Il poker del Quirinale è pieno di bari, polli e compari, mentre sulla soglia del casinò spuntano anche le guardie. Le carte le da Silvio, e non è certo Draghi a ricevere le migliori: scala reale servita per Giulio Tremonti? Qualcuno saprà far meglio? Il centrodestra sembra pronto all’all in.
Silvio Berlusconi ha giocato una splendida partita per sé ed il centrodestra: mentre Mario Draghi mostrava tutti i limiti della sua empatia politica, rilevati più o meno apertis verbis da numerosi commentatori e politici (Mieli ed Annunziata, Mentana e Giannini, Renzi e Rizzo), il cavaliere ha sbarrato al premier la strada del Quirinale con la sua candidatura ed il migliore degli alibi, autentica mossa di judo. Ha sfruttato la forza dell’avversario contro di lui: l’ex numero uno della BCE è troppo importante ai fini della ripresa del paese, legata al fatidico PNRR, a sua volta strettamente congiunto alla stabilità del ‘Governo di unità nazionale’ che egli solo sa e può tenere in piedi. Ciò, in buona parte vero, mette spalle al muro chi contava nella pandemia per fare del gran contabile europeo la figura perennemente centrale della politica italiana, commissariandola sine die. Cavalcando la grande debolezza attuale dell’eurozona – vieppiù evidente, Ecofin dopo Ecofin, per via dello scontro frontale con Visegrad e l’inflazione galoppante – e la presenza in parlamento di centinaia di onorevoli senza alcuna speranza di rielezione, attualmente languenti nel gruppo misto ed ancor più nel M5s. I quali agognano solo l’auspicato vitalizio, per salvare il quale han già prestato il fianco ad ogni inciucio, facendo esattamente l’opposto di quanto spergiurato al tempo della loro elezione. ‘Da erogatori di redditi di cittadinanza a percettori’ senza soluzione di continuità, come abbiamo già scritto, in un post ampiamente delucidante quel che abbiamo appena riassunto (che non possiamo se non suggerire di leggere, quale indispensabile antefatto, già corroborato da importanti conferme – e le vedremo tutte). Continua a leggere