Le banche irrompono nell’immobiliare. Prospettive di business o spasmo agonico?

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Il decreto liberalizzazioni, un meschino gioco delle 3 carte.

Le posizioni (illusorie) del governo, delle opposizioni, delle banche, delle agenzie.

La solita bassa macelleria politica per creare dipendenti e votanti fidelizzati? Non solo.

La risposta è negli asset bancari e nella valutazione.

Tra le tante occasioni per afferrare la condizione reale del paese, rimane molto interessante la vicenda legata al recente decreto liberalizzazioni del governo Renzi. Secondo le intenzioni (dichiarate) del governo, esso avrebbe dovuto comportare benefici per i cittadini anche grazie all’allargamento della platea professionale a una pletora di “avvocati”, chiamati a svolgere funzioni sinora riservate ai notai, ed alla possibilità per le società di professionisti di aver soci di capitali. Come banche ed assicurazioni. Leggiamo subito da Dagospia che

sembra consegnare il mercato immobiliare nelle mani di banche e assicurazioni, eliminando le tutele per i cittadini… crea la legittimazione del progetto già in essere da parte di grandi gruppi bancari (ad es. Unicredit e Intesa): Banche e assicurazioni intendono impadronirsi del mercato immobiliare mettendo al servizio delle loro società-veicolo soci nominalmente professionisti, ma di fatto dipendenti, per stipulare tutti i contratti immobiliari.

Con quale beneficio per il cittadino consumatore? Nessuno, visto che dovrà pagare la società incaricata e provvedere a tutti gli adempimenti, senza considerare che viene fatto fuori la figura terza ed indipendente del notaio, sostituita da autenticatori orientati a fare l’interesse delle società e non a garantire le tutele di entrambi contraenti.

Pare sensato dar retta al noto sito gossipparo … il cittadino perde la terzietà del notaio e paga grossomodo lo stesso, a soggetti diversi. Perché, ovviamente, le imposte restano uguali. Quindi dobbiamo abbandonare rapidamente la versione governativa, dei sempre ipocriti presidenti e ministri. E andare più a fondo. Ovvero alle banche. Continua a leggere